Quella che è sempre stata una sensazione diffusa, ha finalmente trovato conferma: i nostri smartphone sono in grado di spiarci.
Fino a qualche tempo fa poteva sembrare solamente una credenza distopica, una percezione diffusa ma priva di qualsiasi fondamento. Oggi, però, è arrivata l’amara conferma da parte di un’agenzia di marketing. I nostri cellulari sono davvero in grado di spiarci e tutto questo avviene per una semplice ragione: vendere. Esiste un modo per impedire che ciò accada?
Gli smartphone fanno parte della vita di ognuno di noi e, ormai, sono strumenti indispensabili. Ci permettono di rimanere in contatto con i nostri cari, di tenerci sempre aggiornati e in tantissimi ormai li usano per motivi di lavoro. Al giorno d’oggi per la maggior parte delle persone è impossibile pensare di potersi separare dal proprio cellulare considerando che, anche in caso di emergenza, è proprio ciò a cui ricorreremmo in cerca di aiuto.
Tuttavia, avere sempre lo smartphone con sé vuol dire anche essere costantemente esposti al rischio di venire spiati. Da chi? Dai nostri stessi cellulari. A tantissimi utenti, infatti, sarà capitato almeno uno di volta di notare la comparsa di pubblicità e promozioni che fanno riferimento ad un argomento di cui, magari, si è parlato non molto tempo prima con un amico. A rendere la situazione ancora più strana, è il fatto che solitamente si tratta di articoli e prodotti che non avevamo nemmeno cercato online in precedenza.
Gli smartphone sono in grado di ascoltarci? La verità viene a galla: come correre ai ripari
Avvenimenti simili hanno portato in tanti a chiedersi se gli smartphone siano in grado di ascoltarci e, dunque, di carpire informazioni dalle nostre conversazioni. Finalmente un’azienda di marketing ha deciso di scoperchiare il vaso di Pandora rivelando che sì, i nostri cellulari sono capaci di spiarci, e tutto ciò accade per una ragione ben precisa.
A parlarne è stata la Cox Media Group (CMG), la quale ha di recente dichiarato di fare ricorso ad un’apposita tecnologia di “ascolto attivo” che, sfruttando i microfoni degli smartphone, riesce ad ascoltare i dialoghi degli utenti. Le informazioni estrapolate vengono poi vendute ai clienti (tra cui, nel caso della CMG, spiccano aziende come Google, Amazon e Facebook), che le utilizzano per la realizzazione di pubblicità mirate per gli user.
Ecco per quale motivo le promozioni e gli spot in cui incappiamo sembrano quasi “leggerci nel pensiero”. La verità, tuttavia, è ben diversa e va ad aprire una questione molto importante in relazione alla nostra privacy. Come fanno aziende come la Cox Media Group ad ascoltare le nostre conversazioni?
Il permesso glielo diamo noi stessi ogni volta che accettiamo i termini di servizio senza prestare attenzione a ciò che leggiamo o forniamo autorizzazioni alle applicazioni scaricate consentendo a queste di accedere al microfono. Di conseguenza, la prossima volta dovremmo soffermarci maggiormente sugli avvisi ricevuti e leggere per bene quanto stiamo andando ad approvare. Molto spesso, le app richiedono di valersi del microfono anche quando questo non è necessario per l’uso delle stesse.