Mai sentito parlare di ISEE corrente? Ecco quando conviene chiederlo al posto dell’ISEE ordinario e perché possiamo avere più soldi.
Forse non tutti sanno che l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, meglio noto come ISEE, non vale per sempre. Ebbene sì: l’ISEE ha una data di scadenza, solitamente fissata al 31 dicembre di ogni anno. Col nuovo anno l’ISEE dunque deve essere rinnovato.
Se non provvediamo ad aggiornare l’ISEE rischiamo di perdere bonus, sussidi e agevolazioni. Un esempio? L’INPS potrebbe bloccarci le indennità assistenziali in caso di ISEE non aggiornato. Il blocco sarebbe solo temporaneo, ma ad ogni modo potremmo perdere i soldi per diversi mesi fino a quando non andremo a presentare il nuovo ISEE.
A volte poi l’ISEE annuale non è sufficiente. Serve il cosiddetto ISEE corrente che rappresenta la nostra attuale situazione economica, la quale può essere peggiore di quella riportata nell’ISEE annuale. Quando ad esempio si perde il lavoro, ad esempio, il reddito attuale risulterà inferiore a quello dell’ISEE ordinario (che invece si fonda sui dati reddituali di due anni fa).
ISEE corrente, quando possiamo richiederlo e perché ci conviene
Come anticipato, l’ISEE corrente serve quando abbiamo bisogno di aggiornare l’ISEE alla nostra situazione reddituale (o patrimoniale) più recente. Succede quando la nostra situazione economica odierna è peggiorata rispetto a quella fotografata nell’ISEE ordinario (che, aggiornato su base annuale, si riferisce ai dati di due anni fa). Per esempio l’iSEE ordinario del 2024 si riferisce al reddito del 2022.
L’ISEE corrente può tornare molto utile quando le cose sono peggiorate per noi in campo economico e lavorativo. Come nel caso di un licenziamento, della fine di un contratto a termine o, ancora, delle dimissioni dal posto di lavoro. Tutte situazioni che spesso e volentieri portano a rimanere disoccupati e a una sostanziosa diminuzione del reddito.
Possiamo chiedere l’ISEE corrente se il reddito della nostra famiglia si è ridotto più del 25% rispetto a quello calcolato con l’ISEE ordinario. L’ISEE corrente calcola infatti i redditi e i trattamenti ricevuti negli ultimi 2 mesi – non negli ultimi 12 come l’ISEE ordinario – andando a calcolare una proiezione per tutto l’anno.
Un ISEE più basso – non superiore ai 15 mila euro – potrebbe permetterci di accedere a bonus come la Carta Dedicata a te (per spese alimentari e bollette), il Bonus bollette, l’Assegno unico e universale per le famiglie con figli a carico, ma anche al Bonus asilo nido e al Bonus libri di scuola. L’ISEE corrente è valido per 6 mesi dalla data di presentazione.
Se la nostra situazione dovesse migliorare durante questo lasso di tempo – perché abbiamo trovato un nuovo impiego o abbiamo ricevuto nuove indennità – dovremo aggiornare nuovamente l’ISEE corrente, sempre entro due mesi dalla nuova variazione (in meglio stavolta).